MARCO MASINI: TRA SANREMO ED ANNIVERSARI

Scritto da il 2 Febbraio 2020

Marco Masini, grande protagonista della scena musicale pop italiana, celebra l’anniversario dei trent’anni di carriera. Inoltre, parteciperà alla settantesima edizione del Festival di Sanremo, che è ormai alle porte. Masini non è di certo nuovo al prestigioso palco: tra le tante partecipazioni, nel 1990 raggiunse la notorietà nazionale vincendo nella sezione “Giovani” della competizione con il brano Disperato e nel 2004 trionfò tra i “Big” con L’uomo volante, ricevendo anche il premio della commissione artistica per il miglior testo e quello assegnato dalla Sala Stampa Radio e TV Private. Noi di Radio Bocconi abbiamo partecipato alla conferenza stampa tenutasi il 31 gennaio ed ospitata dalla Sony Music in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Parole e Dintorni. Marco Masini, accompagnato da Roberto Rossi, suo amico e collaboratore, nonché maestro che dirigerà l’orchestra dell’Ariston per il suo brano, ha presentato il nuovo disco Masini +1, 30th Anniversary, raccolta di inediti e di successi del passato; ha parlato, inoltre, del nuovo tour e del concerto all’Arena di Verona. Nel pomeriggio, l’artista ci ha concesso un’intervista, trovate il testo di seguito.

Quest’anno sia tu che Sanremo festeggiate due anniversari importanti. Come ci si sente a partecipare alla competizione, premessa questa coincidenza di date speciali? Senti una carica differente rispetto alle altre volte in cui hai partecipato?

“Uno stimolo in più senz’altro, ma non nel senso che sento una responsabilità maggiore, perché sai, non conta tanto il numero quanto ciò che ho imparato durante tutti i Festival che ho fatto. È uno stimolo in più per imparare ancora di più, perché questa volta al Festival ci sarà il futuro della musica, ci saranno in gara con me personaggi che arrivano dai talent, da Youtube. Quindi il fatto che mi stia per misurare con altre realtà credo che sia uno stimolo che aumenti l’adrenalina, la voglia di dare il massimo e di condividere un’emozione meravigliosa con gli altri.”

A questo riguardo mi vorrei ricollegare ad un concetto che hai ribadito con forza durante la conferenza stampa e che hai lasciato trasparire in maniera chiara: hai detto “Quest’anno vado a Sanremo per imparare dai giovani”. A questo proposito, c’è qualche artista più giovane nel contesto musicale italiano ed internazionale che trovi particolarmente stimolante?

“Beh, sì. Credo che negli ultimi anni Tommaso Paradiso e Calcutta abbiano riportato un po’ quel senso del cantautorato: chiamalo indie, chiamalo come vuoi. Però, comunque, credo abbiano riportato gli anni Settanta ad oggi con parametri sonori diversi, ma con dei concetti che si esprimevano in quegli anni e che oggi vanno al di là della “storia che tu scrivi in una canzone”. Quindi credo che siano due punti di riferimento importanti anche per noi di vecchia generazione, da prendere assolutamente in considerazione. Negli ultimi vent’anni credo che la storia sia stata nuovamente cambiata dai Coldplay: anche se adesso possono ormai considerarsi sorpassati, credo che ogni volta che facciano uscire una produzione diano la prova di essere assoluti innovatori. Credo che possano far parte di quei cinque personaggi che da Elvis Presley in poi abbiano in qualche maniera stravolto i parametri musicali nella storia della musica internazionale.”

Invece il 7 febbraio esce il nuovo disco Masini +1, 30th Anniversary che, oltre ai brani inediti tra cui il brano sanremese Il Confronto, prevede una serie di reinterpretazioni con arrangiamenti diversi di tuoi successi tramite dei duetti con artisti e colleghi amici. La domanda è, quale tra questi pezzi, se proprio ti dovessi sbilanciare, troveresti più “stravolto” nella melodia o nell’arrangiamento rispetto alla versione originale e quale invece più fedele, anche in virtù dell’artista che duetta insieme a te?

“Guarda, io penso che l’armonia e la melodia non si debbano mai stravolgere. E parlo di armonia e melodia. L’arrangiamento lo puoi stravolgere e tutti quanti sono stravolti: è rapportato ai giorni d’oggi. Ovviamente sentendo Ci vorrebbe il mare con Giuliano Sangiorgi e Ti vorrei con Ambra (Angiolini) ci si rende conto di essere davanti a due mondi completamente diversi: non c’è quello più vicino all’originale e quello più lontano, ed ogni brano ha un suo mondo, un suo universo, molto vicino a quello che è il mondo dell’artista che canta con me. Quindi io ho cercato di rapportare le canzoni a quello che è il mondo dell’artista: troverai un mondo estremamente pop in Disperato con Eros, un mondo un pochino più up nel pezzo con Ambra, uno più acustico insieme a Giuliano Sangiorgi, uno più rock nel pezzo con i Modà. Quindi penso sia tutto un fatto di equilibrio, cercando di far sì che la canzone possa sembrare scritta oggi da me e Kekko, l’altra da me ed Eros, l’altra da me ed Ambra, l’altra ancora da me e Lorenzo (Jovanotti).”

Questo sempre per quel discorso che hai fatto durante la conferenza stampa di “far sentire a casa loro gli artisti che ospiti a casa tua”.

Sì, assolutamente.”

Parlando di arrangiamento, quanto è importante per il Masini arrangiatore la contaminazione tra generi musicali, spaziare il più possibile nelle sfumature?

“Ha molta importanza il bpm (battiti per minuto) della canzone, nel senso che è difficile adattare una ballad ad un reggaeton per esempio, è impossibile. Un po’ come quando devi vedere un film e scegli la categoria: se scegli la categoria “thriller” non vedrai mai una commedia, poi chiaro che ci sono diversi tipi di thriller. Quando fai la scelta dell’arrangiamento la fai in base al bpm, che ti porta ad ipotizzare un tipo di arrangiamento. La contaminazione è importante, perché lo stesso bpm lo puoi fare in elettronica, in acustico, in tanti modi. La contaminazione e l’ascolto della musica ti fa già avere un’idea all’inizio, quando hai stabilito il bpm e vai alla ricerca della prima stesura, del primo demo da fare. Là dove non arriva la contaminazione, dove non arrivano i tuoi ascolti, dove non arrivi tu, ecco che interviene qualcun altro, ed io in questo disco mi sono fatto accompagnare da tre co-produttori: Daniele Coro, Diego Calvetti e Cesare Chiodo, che mi hanno aiutato anche nella scelta delle sonorità e degli arrangiamenti.”

Riguardo i progetti futuri, ad aprile inizia un nuovo tour, che culminerà in una grande data il 20 settembre all’Arena di Verona. Come ci si sente a salire su un palco di tale prestigio ed importanza?

“Quello te lo potrò dire quando ci salirò, perché per la prima volta ci salirò da protagonista. Ci sono salito un paio di volte da co-protagonista. È un sogno che si realizza e devo ringraziare tutti i collaboratori che hanno creduto insieme a me in questo progetto, da Sony a Friends & Partners, a Parole e Dintorni, a Roberto Rossi, Ferdinando Salzano, Gianluca Tozzi che è il mio manager. Tutti coloro che hanno iniziato a progettare questo percorso un anno fa. Da lì finalmente siamo riusciti a progettare il disco e piano piano il tour, fino ad arrivare al culmine che è l’Arena di Verona.”

Un’ultima domanda, riguardo al titolo del brano sanremese Il Confronto. In conferenza stampa hai anticipato che sarà un confronto tra sé e sé. Invece nel confronto con gli altri, nell’epoca dei social media, pensi che questi ultimi siano sani nel nostro rapporto con gli altri? Esistono vari punti di vista riguardo questa tematica, c’è chi li reputa ad esempio nocivi per i rapporti umani.

“Ovviamente dipende come ne fai uso. È come nella musica l’elettronica, se tu la usi al tuo servizio allora l’elettronica serve perché comunque ti dà una linea guida, se tu sei schiavo ed abolisci completamente l’importanza della musica fatta dagli esseri umani è chiaro che diventi schiavo. Allora se tu non diventi schiavo della comunicazione e la usi, può essere utile e valida. È come se tu compri una macchina da corsa: la macchina da corsa ha il difetto che se tu diventi schiavo della velocità rischi di schiantarti su un muro, ma il suo pregio è che è progettata per andare a 350 km/h, di conseguenza l’impianto frenante, l’impianto di tenuta, il motore, le gomme, le ruote, i cerchi, tutto ti consente di avere maggior sicurezza, quindi è più rischioso andare a 100 km/h con la Panda che a 180 km/h con la Ferrari, perché risponde diversamente. Lo stesso l’elettronica, lo stesso la comunicazione: se tu fai un tuo account unicamente per comunicare con gli altri ed esprimere le tue opinioni e dare la giusta valutazione poi ai commenti, alle risposte e tutto, allora va bene; se tu al primo commento negativo vai in depressione, allora usi male la tecnologia e dai tanta importanza a quello che dicono gli altri quando invece sei tu che conti e sei tu a ritrovare l’equilibrio di te stesso.”

 

Emanuele Mantia

 


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